lunedì 30 luglio 2012

Sagra del pesce a Brinzio

Nel nostro adorato paesino, Brinzio, ieri c'è stata la sagra del pesce. L'organizzazione non era molto efficiente come altre sagre fatte nel varesotto, anche perché i volontari tra camerieri e cuochi erano per la maggior parte vecchiette del paese, ma il cibo era buono, anche perché il cuoco era Gabriele del ristorante "i runchitt" (vedi post precedenti). Il bello di questa sagra erano i partecipanti, pochi e quindi breve file per pagare in cassa e ritirare le pietanze. Il menù comprendeva: - Primi piatti Pasta con pesce Risotto di mare Pasta con il pomodoro - Secondi piatti Trota alla griglia Trota in carpione Seppioline in umido con polenta Fritto misto Poi come ogni buona sagra che si rispetti e per chi non piace il pesce, la cucina offriva salamelle alla griglia, patatine e contorni vari. Noi abbiamo optato per le seppioline in umido con polenta, buone e molto tenere.
Insomma Brinzio non delude mai! Possiamo dire di aver mangiato la famosa "balena" di Brinzio... Si perché in questo paesino c'è...LA LEGGENDA DELLA BALENA DI BRINZIO. La leggenda narra infatti che al tramonto di un giorno di fine primavera, mentre al solito un gruppo li uomini stava terminando il taglio di un bosco nei pressi del laghetto, scoppiasse improvviso un temporale. Nel bel mezzo del putiferio di vento, tuoni, lampi abbattutosi fra bosco e lago, uno dei boscaioli gridò stralunato: «Guardate là, in mezzo all'acqua, un pesce grosso!». E subito un compagno: «Si, è enorme, è gigantesco!». E un terzo: «Ma che pesce è Una balena!» A nessuno venne in mente che una balena, di cui forse avevano sentito parlare nei racconti attorno al camino o avevano vista qualche figura sui libri di scuola dei più fortunati, in un lago tanto piccolo, per di più d'acqua dolce, non avrebbe proprio poi potuto starci. Il temporale non aveva ancora finito di muggire che, abbandonati carri ed attrezzi da lavoro, i boscaioli s'erano già avviati verso la piazza del paese, dove la gente s'era nel frattempo radunata per commentare l'eccezionalità di quell'evento atmosferico. Ben più eccezionale era però la notizia che gli uomini portarono ai loro compaesani: «nel lago c'è una balena!». Qualcuno provò ad obiettare, ma i racconti erano così eccitati, le parole tanto simili agli uni e agli altri che più d'uno fra chi ascoltava finì col crederci. Agguantati ramazze, zappe, falci, badili, rastrelli si fecero coraggio d'essere un bel numero e s'avviarono lesti al lago con l'intenzione di fare la pelle al mostro misterioso, che nel crepuscolo incerto del dopo temporale pareva galleggiare a pancia in su nel bel mezzo dello specchio d'acqua. A quel tempo, il lago era più grande di oggi e figuratevi quindi la penitenza nell'avvicinarsi all'animale ell'arpionarlo con roncole e falcetti, nel tirarlo faticosamente a riva e nello scoprire che la balena altro non era se non... un " sciuc ", in dialetto un tronco d'albero, nella fattispecie di un castagno centenario, certo molto grande e pesante, ma insomma sempre e solo un pezzo di legno!

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